di Massimiliano Macera.
Il moto sussultorio che punta a rinnovare il tutto ha diverse forme.
Rivoluzione è un termine che spetta al popolo, ad esempio. Un insieme variegato di pulsioni che si scatenano quando più uomini sotto la spinta emotiva producono un effetto di tabula rasa morale e sono pronti a fondare un nuovo ordine, come ha descritto magistralmente Le Bon nel suo trattato "Psicologia delle folle".
Un nuovo ordine cova sempre una seconda rivoluzione. E un terza. E una quarta.
Non esiste nuovo ordine che non sia suscettibile al disagio delle infinite tipologie di pulsioni diverse che un popolo è capace di produrre. L'anello debole della democrazia, dopotutto, sta proprio in questo.
E' così che allora Robespierre diventa la prima vittima della sua Rivoluzione.
E' così che diventa il primo Terrore della sua gente, ben più dell'Orrore passato spazzato via a suon di ghigliottine.
La Rivoluzione è continua, un tema caro alla sinistra massimalista cheinvece è cristallizzata al potere da decenni. La Rivoluzione è destinata a travolgere i suoi mille padri.
Ma se l'Unico riesce a sopravvivere, se respinge il compromesso esterno, se rifiuta la caramella della partecipazione attiva alle scelte del popolo - quest'amalgama distinta che come una goccia d'acqua prende le forme di qualunque cosa la contiene - se rifiuta tutto questo, dicevamo, può mettere in atto la propria rivolta.
Dice Max Stirner, quel filosofo i cui libri erano nelle tasche di molti militanti del post-fascismo "immenso e rosso", che l'Unico si autofonda.
Non ha bisogno del diritto, è qualcosa estraneo dalla sua sfera di competenze, quindi non lo deve sovvertire, sceglie il profilo della rivolta che lo porterà eternamente alla lotta senza tuttavia venire sopraffatto da essa, così come accade nelle rivoluzioni.
La Rivolta è più coerente della Rivoluzione.
Perchè il singolo è più coerente della massa, sempre come dice Le Bon (la lettura preferita di tutti i capi di stato, che vogliono apprendere come costruire il proprio codazzo elettorale).
La Rivolta è sincera e perpetua, e molto più faticosa della Rivoluzione, perchè non si consuma mai come quest'ultima.
E' fredda e spietata perchè non è calda e impulsiva come una Rivoluzione.
E' un fuoco di brace e non un fuoco di paglia.
Non verrà risucchiata, la Rivolta, perchè l'Unico che si autofonda non si contamina con l'esterno e non si lascia travolgere dal clamore.
L'Unico e la sua proprietà potrebbe salvarci, e la Rivolta potrebbe creare più scintille di un'utopica rivoluzione.
Certo che non stiamo parlando di Evola, la sua rivolta contro il mondo moderno è ben altro, e benchè allettante potrebbe non essere tutto lì il succo della nostra Ricerca.
La sola cosa che deve sapere l'Unico è che Fetonte ha volato troppo basso, e il carro del Sole ha bruciato la terra intorno a sè, e l'Unico e solo.