martedì 15 gennaio 2008

Comunicato G.I.L

Gioventù Italiana Lazio, movimento giovanile della Destra di Storace, esprime tutto il suo dissenso nei confronti di chi ancora dall’alto di quello sgabello per nani che è la sua coscienza borghese si arroga il diritto di decidere chi può e non può parlare e cosa si può o non si deve dire nelle università italiane. Ancora oggi, come 30 fa, l’intellighenzia di sinistra fomenta l’odio con dichiarazioni e comunicati e i loro scagnozzi dei collettivi scendono in piazza per instaurare un clima di violenza che tutti ben conosciamo. Ed ancor più imbarazzante è il silenzio della gran parte delle istituzioni, a cominciare da Veltroni per finire con Napolitano, che non hanno speso un parola per difendere la libertà di parola in una libera Università. Forse se il Papa fosse stato senatore a vita e con il suo voto avesse sostenuto Prodi…o se magari si fosse chiamato Montalcini….
Noi non saremo giovedì alla Sapienza. Perché non cadiamo nella provocazione di chi crede di lanciare il sasso e nascondere la mano. Di chi crede che l’unica azione politica sia quella di seminare odio per poi lamentarsi se raccoglie solo violenza. Noi vogliamo parlare delle Acque sociali, dell’immigrazione, del precariato e del caro-vita. Sono questi i temi su cui vogliamo confrontarci. Sono queste le nostre priorità. Per questo noi facciamo politica.


Alessandro Messa, Portavoce del Lazio di Gioventù Italiana

5 commenti:

vincenzo forte ha detto...

è sconcertante come le università pubbliche siano diventate dei luoghi gestiti dai collettivi.il luogo che dovrebbe essere la fucina delle migliori menti, si trasforma in una struttura le cui sorti sono decise da vecchi 68ini e dai loro nuovi scagnozzi(spesso per fini tutt'altro che culturali).credo sia diritto di ogni libero studente della sapienza poter assistere all'interno delle facolta a dibattiti che non siano sterili e pilotati ma veri momenti di incontro tra diverse visioni del mondo.basta con le pièces teatrali,a senso unico, dei soliti vecchi compagni.

Anonimo ha detto...

Alcune sviste (?) giornalistiche sulla questione del Papa in visita alla Sapienza. I tanto sbandierati "studenti in rivolta" contro la visita del Pontefice, non sono studenti.
Cominciamo a chiamare le persone con gli appellativi che meritano: i collettivi universitari, guidati da ultratrentenni manipolati dalla sinistra estrema in cerca di forza-lavoro, sono una forza extraparlamentare attiva politicamente nelle università, non sono certo il prototipo degli studenti modello. Frequentano gli atenei per gestire le loro cooperative, aule autogestite, focal point, organizzare feste a sottoscrizione, commerci equo-solidali. Frequentare un luogo è una cosa, studiare all'università è un'altra.
Sfatato il mito dello studente marxista-collettivo-antirazzista/antifascista/antisessista, saltano palesi agli occhi di chiunque il perchè questi personaggi possono impunemente utilizzare strutture pubbliche per organizzare le loro attività politiche. I 67 professori firmatari dell'appello anti-Pontefice sono l'emblema di quei professori che, mutatis mutandis, fiancheggiano i collettivi durante tutto l'anno accademico, li aizzano per le loro rivendicazioni, si accordano in occasione di qualsiasi evento importante per avere alle spalle una nutrita massa di proseliti.
Questi giovani (?), che pensano di incarnare l'alternativa, sono solo la copertina sgargiante di alcuni nostri professori post-'68, frustrati da una rivoluzione mancata, che dalle loro cattedre guidano le proteste e pretendono di ingabbiare il libero pensiero e la cultura connotandola con un unico colore politico.
Ma d'altra parte questo è il paese dove ex-brigatisti tengono lezioni alle università, dove tossicodipendenti dichiarati ricevono lauree honoris causa, dove universitari che meritano per il loro profitto le borse di studio sono invece vessati sempre più da tasse e gabelle di ogni tipo.
Per questi signori, colti ed eruditi, il Papa non può entrare nell'università.
Chissà, però, se hanno mandato a studiare i figli dai Gesuiti...

Anonimo ha detto...

quoto tutti,
bravo Messa e bravo Macera avete colpito il segno.
Ad maiora
Luigi Gabriele

Thor ha detto...

Io alla sapienza ci sarei andato volentieri!

Anonimo ha detto...

Abbiamo cercato di organizzarci, sollecitati dalla segreteria nazionale. Ma i tempi sono stati troppo stretti.