Paolo Signorelli ha scritto chiaramente cosa si intende per "destra", e altrettanto chiaramente si è collocato - a mio avviso - laddove Corridoni e Sorel prima, Ricci, Bombacci, Carli e Nicolai dopo, hanno deciso di militare. L'anima sinistra della destra radicale è qualcosa che merita di essere riportata all'ordine del giorno, o quantomeno alla dignità che merita.
Scrivo di getto, e mi ripropongo di parlare di ciò che ogni singolo personaggio citato ha detto e fatto nella sua vita.
Per adesso mi interessa dire quello che penso. Che in economia, in lavoro e mercato, l'anima sociale di quel sindacalismo rivoluzionario, o di quel socialismo alla Proudhon, è valido e vale la pena spendersi per esso.
In ambito internazionale idem. Ricordo i 4 milioni di giovani in piazza strappati dalla sinistra per dire no alla guerra in Iraq, guerra che ci ha fatto perdere le elezioni così come in ogni altro Paese europeo. Ricordo che se l'anima sociale della destra avesse continuato a battere sulla strada che le è propria, avremmo evitato di fare da zerbino agli americani e pagare un tributo altissimo ( in termini di costi, vite umane, e reddito politico) alla follia della guerra del petrodollaro.
Non accetto, infine, che queste idee vengano censurate o relegate nel dimenticatoio. Possono essere non condivise, ma censurate mai. Specialmente nei nostri ambienti.
Scrive il prof.Paolo Signorelli:
Ricci, Nicolai e Carli: tre nomi da inscrivere nella storia dell'eresia. L'eresia di quel fascimo "immenso e rosso" cantato appassionatamente e suggestivamente dal Drieu e riproposte con lucidità di analisi da De Benoist.